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I giochi dell'Antica Mesopotamia

Il gioco reale di UR

Il tavoliere del Gioco Reale di Ur, il cui nome deriva dall’omonima città babilonese dove ne sono stati rinvenuti alcuni perfettamente conservati, era suddiviso in 20 caselle, ma il "corridoio" centrale, comune ai due giocatori, era più corto e conduceva le pedine ad una sezione finale, nuovamente suddivisa in due parti.

Cinque caselle erano contraddistinte da una rosetta e avevano un valore particolare. Il movimento dei pezzi, invece, era regolato dal lancio di curiosi "dadi" in forma di piramide a base triangolare, con due spigoli colorati e due neutri. Il colore della "cima" della piramide determinava il punteggio ottenuto e il conseguente movimento dei pezzi.
Il tavoliere scoperto negli anni venti da Sir Leonard Wooley, oggi conservato presso il British Museum di Londra, è databile al 2600 a.C. ed è più vecchio di quasi ottocento anni rispetto al più antico tavoliere di Gioco delle venti case di cui si abbia conoscenza. Apparentemente, quindi, questo gioco si sarebbe sviluppato presso le corti dell’impero assiro babilonese più o meno nello stesso periodo in cui in Egitto nasceva il Senet e, in seguito, si sarebbe diffuso in tutto il medio oriente, anche se in una forma leggermente modificata. Questa ipotesi è in qualche modo messa in dubbio dal ritrovamento di un tavoliere di forma molto simile a quella del Gioco Reale di Ur, risalente anch’esso al 2600 a.C. a Shahr-i Sakhta, mille chilometri a est della città babilonese. Una scoperta che potrebbe provare la diffusione di questo gioco anche verso l’estremo oriente oppure essere la testimonianza di un’origine del tutto diversa da quella ipotizzata.


Gli astragali
L'astragalo è un'ossicino di forma cuboide che fa parte dell'articolazione del piede e che possiede 4 lati facilmente distinguibili per la loro forma. In alcune specie animali, come il bue e il montone, questo ossicino ha proporzioni particolarmente regolari e si presta in modo straordinario ad essere utilizzato per ottenere dei risultati casuali, come una sorta di dado a 4 facce. L'utilizzo di questo osso come strumento di gioco è un fatto risaputo, così come la sua funzione di strumento per predire il futuro. Dagli scavi archeologici di mezzo mondo ne sono stati recuperati migliaia di esemplari che ne attestano la popolarità e la diffusione, ma i più antichi sono quelli rinvenuti a Varna in Bulgaria, nel 1972, databili al IV millennio a.C. Nel III millennio questi ossicini erano ampiamente diffusi in tutta la regione mesopotamica e dell'Anatolia (l'attuale Turchia), mentre in Egitto, che come abbiamo visto potrebbe essere la patria dei primi giochi, si diffondono curiosamente solo nel corso della XIX dinastia (il che significa in un periodo compreso tra il 1300 e il 1200 a.C.).
Gli astragali venivano lanciati in terra e in base alle "facce" rivolte verso l'alto era possibile "leggere" un risultato. Che si trattasse di una predizione del futuro o di un punteggio per muovere delle pedine di un gioco poco importa. Ciò che interessa maggiormente è il gesto rituale che ancora oggi noi compiamo quando lanciamo i nostri dadi e che, in qualche modo, ci riporta inconsapevolmente indietro nel tempo, agli albori della civiltà, quando fra la magia e il gioco esisteva un rapporto diretto del quale tutti erano chiaramente consapevoli. Per questo motivo gli astragali facevano parte del corredo funerario o erano portati in dono alle divinità e lasciati come offerta all'interno dei templi. Naturalmente, non sappiamo molto dell'uso dei primi astragali, né dal punto di vista ludico né da quello magico-religioso, ma è altamente probabile che venissero utilizzati inizialmente come strumento di gioco a sé stante, quindi non come "motore" per il movimento di qualche pedina.

Sappiamo, che ad ognuna delle 4 "facce" era attribuito un punteggio: 1 (Monas), 3 (Trias), 4 (Tetras), 6 (Hexas) e che i lati contrapposti davano come totale 7, proprio come avviene con i tradizionali dadi cubici. Ogni lato aveva anche un nome così come le varie combinazioni ottenibili lanciando tre o quattro astragali. Sembra, anzi, che la maggior parte dei giochi si basasse proprio sull'ottenimento di queste combinazioni più che sulla somma dei punti, dando così vita a meccanismi d'azzardo che resero gli astragali molto popolari. In base ad alcuni scritti antichi, siamo riusciti a ricostruire alcune di queste combinazioni e sappiamo quindi che il "colpo di Afrodite" era costituito da 4 facce diverse ed era il più ambito ("Se ognuno con diverse facce sortirai, che splendido regalo, esclamerai" scriveva Marziale nei suoi "Epigrammi" ), mentre il "colpo del Cane" (le 4 facce di valore più basso) era il peggiore.